Ciao io sono Alice e se non sei approdata qui dai miei canali social (Instagram e TikTok) probabilmente ti starai chiedendo chi sono, conosciamoci meglio qui. In questa newsletter, che è più un blog, ogni domenica ti porto con me in giro per la città in cui vivo o quelle che visito. Per non perderti neanche un giretto puoi iscriverti qui, per me è importante:
Ps. I testi di colore viola sono link
La prima volta che sono stata ad Amsterdam avevo poco più di vent’anni ed è stato il primo viaggio all’estero senza la mia famiglia, quindi questa città aveva un posto speciale nel mio cuore. Abbiamo provato i coffee shop più famosi (io non fumo ma ho assaggiato uno space brownie e devo dire che non fa per me), abbiamo girato tutti i musei compresi nella I Amsterdam Card e cenato tutti i giorni in ostello a mezzanotte per risparmiare e vedere più cose possibile. Non mi riconosco quasi guardando queste foto, sono passati quasi 10 anni. Ma andiamo avanti.
Ho sempre desiderato viaggiare, fin da piccola. Sono cresciuta in una famiglia che non poteva permettersi di viaggiare tutti gli anni, figuriamoci all’estero (sembra incredibile ma allora non c’erano i voli a 20 o 50 euro). Crescendo ho realizzato che per capire cosa significasse per me viaggiare dovevo cominciare a farlo da sola. Sono partita dai weekend in giro per l’Italia, perdendomi tra le strade delle città che visitavo facendomi guidare solo dal mio istinto. Poi è arrivato il Covid e quindi ho cominciato a fare la turista nella mia città raccontando quello che scoprivo su Instagram. Finalmente quest’anno, dopo due anni di viaggi prenotati e cancellati, sono riuscita a partire per la prima volta da sola e ho deciso di tornare proprio ad Amsterdam. Mi sono regalata questo viaggio per i miei trent’anni. Volevo dimostrarmi che finalmente ero in grado di prendere e partire da sola senza farmi bloccare dall’ansia. Non potevo farmi regalo migliore.
Nei mesi successivi sono stata a Firenze per lavoro, a Lisbona per la prima volta e a Torino per la quarta volta in due anni (prima o poi mi ci trasferirò). Durante tutti questi viaggi ho passato intere giornate da sola, visitando musei e provando locali e ristoranti. Sicuramente alcune di voi sono molto più esperte di me grazie ad Erasmus e trasferimenti all’estero, ma io sono fierissima di questo mio piccolo traguardo che per anni mi è sembrato irraggiungibile. Quindi ho deciso di raccontare il mio percorso per aiutare tutte quelle persone che vorrebbero viaggiare da sole ma non sanno da dove partire. Questa newsletter-blog è nata proprio per condividere con voi le mie guide di viaggio, ma anche per spronarvi a saltare su un treno o un aereo e partire da sole.
Il mio primo viaggio da sola ad Amsterdam
Ma quindi cosa fa tutto il giorno una persona che viaggia da sola? Ammetto che questo non mia ha mai spaventato, sono molto curiosa e sono molto abituata a stare per conto mio quindi non avevo paura di annoiarmi.
Partiamo dalle basi
Perché l’ostello è la scelta giusta anche se parti da sola
Ho scelto di dormire in ostello tutte e due le notti, ma ho dovuto prenotare due ostelli diversi perché mi sono organizzata un po’ all’ultimo. Per entrambi ho speso circa 35 euro a notte (a febbraio) compreso di tasse di soggiorno.
La prima notte l’ho passata allo Stayok Amsterdam in zona Oud Zuid. L’età media era più alta rispetto ad altri ostelli in cui sono stata in passato, c’erano famiglie e lavoratori. Era molto pulito e ordinato. Ho dormito in camerata mista con letti a castello e il bagno era in camerata. C’era una cassapanca personale per tenere al sicuro lo zaino e gli oggetti di valore (portatevi sempre un lucchetto nello zaino!)
La seconda notte l’ho passata all’Ecomama in zona Nieuwmarkt. L’età media era molto più bassa, era molto bello esteticamente ma poco pulito. I ragazzi che ci lavoravano erano studenti workawayer che vivono nell’ostello a causa della gravissima emergenza abitativa che da anni interessa Amsterdam. Molto adatto a chi cerca di fare nuove amicizie grazie alle aree comuni e alla cucina, che mancava nel primo ostello.
Insomma in base alle vostre esigenze fate le vostre scelte, io ho preferito il primo.
A volte prenotare direttamente sul sito dell’ostello permette di risparmiare un po’, ma io utilizzo Hostelword perché trovo l’app molto comoda. Oltra a tenere sotto controllo prenotazioni e orari, la piattaforma mette a disposizione degli utenti una chat di gruppo che si sblocca qualche giorno prima della partenza e che coinvolge tutte le persone che alloggiano nell’ostello e in altri ostelli partner in città.
Il terribile meteo olandese
Partiamo dal presupposto che in questo momento a Bologna ci sono quasi 40° quindi il meteo olandese non mi sembra poi così terribile, ma sono sicura che la mia meteoropatia mi farebbe cambiare idea. Ho sperimentato un po’ tutto ciò che il fantastico clima olandese ha da offrire: sole il primo giorno, pioggia il secondo e vento il terzo (e con ‘vento’ intendo proprio il timore di volare via). La gioia però è che di media c’erano 10 gradi, quindi mi ritengo fortunata.
Cosa vedere in un weekend?
Due giorni sono pochi per scoprire una città come Amsterdam, quindi mi sono creata un piccolo itinerario che mi permettesse di scoprire posti che avevo in lista da un po’ ma che non mi impedisse di godermeli. Mi sono mossa solo a piedi perché amo camminare e ascoltare i suoni della città, ma se preferite spostarvi in bus o metro sicuramente guadagnerete un po’ di tempo e potrete aggiungere qualche tappa in più.
Primo giorno
Sono volata da Bologna ad Eindhoven e poi ho raggiunto Amsterdam in treno. Sono andata subito nel mio primo ostello che era proprio accanto a Vondelpark. Poi sono corsa allo Stedelijk Museum, il museo di arte moderna e contemporanea. Dopo aver girato mille video sono tornata verso l’ostello a piedi godendomi la città al tramonto. Questa zona mi è piaciuta tantissimo. In ostello mi sono bevuta una birretta, ho programmato i giretti del giorno dopo e sono andata a cena in questo locale vegano non troppo lontano, i camerieri sono stati carinissimi e mi sono goduta il mio hamburger veg leggendo un libro.
Secondo giorno
Dopo aver fatto velocemente colazione in ostello ho portato lo zaino in un locker poco distante perché avrei fatto check-in nel secondo ostello la sera. Poi sono andata al FOAM Museum of Photography di Amsterdam, non potevo perdermelo. Ho deciso di fare un giro all’Albert Cuyp market, uno dei più antichi mercati della città che era pieno di street food. Ho deciso di ordinare qualcosa qui e poi mi sono fermata a pranzare al Sarphatipark. Poco dopo è iniziato a piovere quindi mi sono rifugiata in una caffetteria molto carina che se vi interssa si chiama The school of life. Ho salutato il quartiere De Pijp per tornare in centro e visitare due librerie che mi sono piaciute tantissimo, l’American Book Center e Waterstone. Sono andata a riprendermi lo zaino e mi sono diretta al secondo ostello esteticamente bellissimo ma poco pulito purtroppo. Capita.
Terzo giorno
Mancavano poche ore al mio aereo per Bologna, ma ci tenevo tantissimo a visitare Amsterdam Nord, una zona di Amsterdam che non avevo mai visto. Ho fatto colazione da Starbucks in stazione e sono andata a prendere il battello gratuito perché questo quartiere è separato dal centro della città dal fiume IJ. Volevo visitare lo STRAAT, che è un museo dedicato alla street art e ai graffiti, situato nella zona NDSM. in questo ex cantiere navale che oggi è un enorme hotspot culturale. Qui si trova anche il più grande mercato vintage in Europa.
Questi tre giorni sono volati e sono stata così bene che ho subito prenotato un altro viaggio: direzione Lisbona! Ma questa storia ve l’ho già raccontata qui.
Ciao Alice, Amsterdam è bella come la tua newsletter, che bello averti trovata. Un abbraccio, Monica